venerdì 2 gennaio 2009


ANORESSIA NERVOSA





Il termine anoressia nervosa è stato introdotto nel 1840 dal medico francese Fleury Imbert che descrisse un disturbo causato da disfunzioni cerebrali consistente nella perdita di appetito in associazione a molteplici sintomi di carattere nevrotico.

L'anoressia nervosa consiste in una estrema e intenzionale perdita di peso, che in alcuni casi può condurre anche alla morte. E' un disturbo alimentare connesso con le società del benessere e dell'opulenza. Questo fenomeno interessa quasi esclusivamente soggetti femminili di età compresa tra i 12 e i 25 anni.

Una persona diventa anoressica quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza. L’anoressia è conseguente al rifiuto ad assumere cibo, determinato da una intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, anche quando si è sottopeso. Spesso, una persona anoressica comincia con l’evitare tutti i cibi ritenuti grassi e a concentrarsi su alimenti ‘sani’ e poco calorici, con una attenzione ossessiva al contenuto calorico e alla composizione dei cibi e alla bilancia. Frequentemente i pasti vengono evitati o consumati con estrema lentezza, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito. Il corpo viene percepito e vissuto in modo alterato, con un eccesso di attenzione alla forma e con il rifiuto frequente ad ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.

L’anoressia si manifesta in due modi:
· con restrizioni, determinata dalla riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti.
· con abbuffate e successiva eliminazione: alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche, iper-attività fisica per perdere peso.La persona anoressica diventa così ossessionata dal cibo che la propria vita finisce con l’essere totalmente incentrata sulla questione alimentare, impedendo di provare interesse e entusiasmo verso qualsiasi altra cosa.



Nessun commento: